di Palo Rada
Con la premessa che queste nostre considerazioni sono effettuate in presa diretta e dunque non possono avere il crisma della storicità, ma solo della cronaca la quale si evolve di ora in ora e di minuto in minuto, vorremmo accingerci a porle ai nostri lettori. Abbiamo letto da più parti vari commenti inerenti al perché Salvini abbia in questo preciso momento deciso di far cadere il governo. Detti commenti si potrebbero riassumere in due posizioni:
1) Salvini ha fatto cadere il governo con la speranza di vincere le eventuali prossime elezioni stante anche i sondaggi a lui favorevoli.
2) Salvini ha fatto cadere il governo in quanto la coesistenza con i 5 stelle era praticamente impossibile. Questi due motivi che non si contraddicono, ma che possono tranquillamente coabitare insieme peccano, però secondo noi di una visione limitata e prettamente legata alla contingenza politica italiana. Essi possono avere anche mosso l’atteggiamento del ministro degli interni, ma non colgono secondo noi l’essenza del perché proprio ora vi è la crisi e non tengono in debito conto il contesto internazionale con la crisi che vi è attualmente tra gli Stati Uniti, Israele, l’Inghilterra da un lato e la Repubblica Islamica dell’Iran dall’altro.
Riassumiamo gli ultimi fatti internazionali:
1) L’Iran circa un mese fa abbatte un drone statunitense che aveva sorvolato il suo spazio aereo.
2) Gli U.S.A. incassano il colpo e non rispondono.
3) L’Inghilterra su mandato U.S.A. sequestra una nave iraniana presso le acque dello stretto di Gibilterra.
4) L’Iran a sua volta sequestra una nave inglese presso le acque dello stretto di Ormuz.
Successivamente all’abbattimento del drone, Trump avrebbe ordinato una rappresaglia poi ritirata all’ultimo istante, o addirittura qualche commentatore, non discostandosi troppo dalla realtà, ha affermato che gli U.S.A. avrebbero ordinato una rappresaglia di facciata che avrebbe dovuto colpire obiettivi iraniani assolutamente ininfluenti e non importanti. Tale finta-rappresaglia sarebbe stata preventivamente comunicata ai servizi segreti iraniani sperando che la Repubblica Islamica accettasse questa sorta di compromesso. La risposta iraniana fu invece di ben altro tono in quanto i comandi militari iraniani avrebbero affermato che anche un solo missile statunitense lanciato sulla più deserta e remota spiaggia iraniana, avrebbe causato quale risposta il lancio di missili iraniani contro i soldati a stelle e strisce presenti nel Vicino Oriente. Naturalmente la propaganda americana affermò che Trump fermò la rappresaglia statunitense per il drone abbattuto, in quanto essa avrebbe causato la morte di circa 100 iraniani. In ogni caso, come detto, gli U.S.A. incassarono il colpo e apparentemente non risposero: lo fecero per loro però gli inglesi i quali sequestrarono una nave iraniana. L’Iran a sua volta ha riposto sequestrando una nave inglese. Ciò ha fatto capire alle alte sfere politiche e militari di Londra, di Washington e di Tel Aviv che, sebbene in Iran vi sia del malcontento tra la popolazione vista la crisi economica ed il fatto oggettivo che molti iraniani mal tollerano l’ordinamento islamico e vorrebbero vivere in uno stato laico, gli iraniani islamici e rivoluzionari seguaci della linea dell’Imam Khomeyni, i Pasdaran , le milizie volontarie dei Basij, l’esercito (parliamo di milioni di uomini disposti al martirio e votati alla morte), non sono disposti a piegare il capo di fronte al nemico occidentale, di fronte alle grandi potenze. Anzi il tentativo dei riformisti al governo di intavolare trattative con il Grande Satana è naufragato per il ritiro statunitense dall’accordo sul nucleare. Ciò ha fatto capire anche a molti iraniani che speravano in un ammorbidimento dei rapporti con gli U.S.A. e con l’Occidente in generale che ciò non è possibile. L’Occidente laico e materialista non può tollerare nessuna potenza che affermi principi religiosi e che vuole mantenere la sua dignità e la sua indipendenza.
Torniamo ai fatti di casa nostra: Se vi ricorderete Salvini fu gradito ospite presso il governo israeliano, e Giorgetti il numero due di Salvini è stato poco tempo fa negli U.S.A.: queste due viaggi secondo noi sono stati una sorta di lasciapassare, il via libera sia da parte dello stato ebraico che da parte degli Stati Uniti al cambiamento di maggioranza in Italia con l’ipotesi di un governo a guida Salvini con la Lega come perno. Un governo con al suo interno il movimento 5 stelle, infatti in caso di crisi acuta con la Repubblica Islamica dell’Iran, non dà quelle garanzie in senso filo americano e filo occidentale e di appoggio ad una eventuale guerra angloamericana contro il paese persiano che invece darebbe un eventuale governo a guida leghista.
Al di là delle questioni legate all’interesse di bottega (sondaggi, insulti di Di Maio ecc.) questo è il motivo principale dell’acuirsi attualmente della crisi di governo. Gli U.S.A. prima di compiere qualsiasi passo militare e tendente alla guerra, la storia dimostra che quando hanno voluto fare da soli hanno avuto enormi difficoltà (Vietnam docet), cercano di coprirsi le spalle con l’appoggio di più governi possibile. Prima di intraprendere una eventuale azione militare contro l’Iran che provocherebbe una quasi sicura risposta iraniana vogliono avere al loro fianco più governi, più amici possibili. Un governo a guida leghista sarebbe l’alleato ideale per gli U.S.A. in questa situazione. Da qui l’accelerazione di Salvini onde rompere con il governo Conte: egli sa di poter contare sull’appoggio di Londra, di Washington e di Tel Aviv mentre queste tre stati in vista di una guerra contro la Repubblica Islamica saprebbero di poter contare sull’alleanza e sull’appoggio del governo italiano. L’appoggio di questi tre stati è necessario, vitale a Salvini in vista di un braccio di ferro con l’Unione Europea, con il fronte ecologista-sorosiano-globalista-vaticano, così come l’appoggio dell’Italia è, se non necessario, certamente fondamentale agli U.S.A., all’Inghilterra e ad Israele in una ipotetica guerra e/o azione militare contro l’Iran. Non dimentichiamoci che la stessa Unione Europea, sebbene con molti tentennamenti e con molti distinguo, non è favorevole, tout-court, ad una azione armata contro l’Iran: riuscire a portare un paese come l’Italia all’interno del fronte armato anti-iraniano sarebbe un ottimo colpo per la diplomazia a stelle e strisce.
Dobbiamo, prima di concludere, per capire ancor meglio il quadro della situazione, ricordare che quello che si potrebbe definire sistema mondialista e che ha in vista la cancellazione di tutte le identità religiose, etniche culturali dei popoli del mondo ed ha come fine la creazione di un unico governo mondiale è diviso fondamentalmente in due grandi correnti:
1) Una corrente che punta alla creazione di un governo mondiale a guida O.N.U e che ha tra i suoi principali promotori l’Unione Europea e lo Stato del Vaticano e le forze della sinistra globalista il cui esponente di punta è forse Soros. Detta corrente si potrebbe definire mondialista cosmopolita. Essa in Italia, e in quasi tutto l’Occidente controlla il 90 % dei mezzi di informazione, e gli ambienti culturali in senso lato. Essa ha l’appoggio degli ambienti borghesi e radicalchic dell’Occidente.
2) Una corrente che punta alla creazione di un unico governo mondiale a guida angloamericana e sionista e che vede quali suoi principali promotori la destra repubblicana negli U.S.A., la destra israeliana e quella inglese. Detta corrente mondialista si potrebbe definire mondialista americanista. Essa ha il controllo della quasi totalità dell’armamento convenzionale e nucleare occidentale. Essa, attraverso la strumentalizzazione dei partiti sovranisti e delle loro istanze, gode, de facto, dell’appoggio di larghi strati della popolazione occidentale. Cavallo di battaglia di questa strumentalizzazione sono l’odio verso l’Islam, di cui la Repubblica Islamica dell’Iran è la punta di lancia, in modo da preparare l’opinione pubblica ad una eventuale futura guerra, mascherato molto speso da tematiche legate all’immigrazione.
Attualmente, questa seconda corrente che è al potere negli U.SA. è quella che anche attraverso la strumentalizzazione, e l’utilizzo dei cosiddetti movimenti sovranisti e di protesta in Europa (1), – non è casuale che nessuno di questi partiti chieda l’uscita dei rispettivi paesi dalla N.A.T.O. e la fine della presenza delle truppe e delle basi statunitensi nella propria patria – punta all’erosione e alla distruzione dell’Unione Europea da un lato e dall’altro alla guerra mondialista contro l’Iran.
Un’Italia giallo-verde sarebbe in mezzo al guado, un’Italia verde sarebbe invece arruolata nel fronte armato angloamericano contro l’Iran : da qui la crisi di governo.
Note :
1) Ci vengono in mente ad esempio i gilet gialli in Francia i quali, al di là della buona fede dei promotori o delle giuste rivendicazioni di questo movimento, è da ingenui pensare che esso non sia stato sovvenzionato, strumentalizzato ed aiutato da chi oltre oceano, corrente mondialista americanista, aveva ed ha interesse a colpire un paese promotore dell’Unione Europea e con governo dichiaratamente appartenente alla prima corrente mondialista. A contrariis onde indebolire il governo italiano, e specialmente la sua componente leghista legata alla seconda corrente mondialista, abbiamo l’utilizzo dell’arma delle O.N.G. immigrazioniste da parte del fronte mondialista internazionalista.
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