di Andrea Farhat
In questi giorni siamo bombardati mediaticamente da una serie di economisti o presunti tali, giornalisti di ogni tipo e pseudo intellettuali che hanno come unico obiettivo quello di spaventare il popolo intimorito. Ecco che riappare puntuale sulla scena economico-mediatica lo spettro dello spread. Era diventato di colpo tristemente familiare alla fine 2011 quando fece da apripista alla giunta tecnocratica di Monti e di fatto fu l’arma di punta del golpe mediatico/finanziario di quella triste stagione.
Per capire meglio quanto l’arma dello spread sia strumentale vorrei fare un parallelo con il Portogallo e la sua attuale situazione politico-economica. Oggi a Lisbona i due numerini magici presupposti del ricatto sono i seguenti : 127% rapporto deficit/PIL e 123 lo spread. Perciò possiamo dire che a fronte di un deficit/PIL simile al nostro lo spread sui Bund è praticamente la metà. Sono due numeri che svelano chiaramente come lo spread contro di noi sia usato come una clava. L’economia lusitana non è minimamente comparabile con quella italiana, produzione industriale molto bassa e boom del turismo basato soprattutto sulla benevolenza della UE, la quale lascia il fisco di Lisbona esonerare completamente per 10 anni i pensionati stranieri che li dicono di vivere per almeno 6 mesi l’anno. Questa anomalia portoghese distrattamente accettata dai censori della UE, ha creato una serie di sperequazioni in riva al Tago: boom immobiliare, dovuto agli acquisti degli stranieri che costringono le giovani generazioni a vivere lontano dalla città e frustrazione dei pensionati autoctoni, che vivono come un’ingiustizia il diverso trattamento riservato agli stranieri.
Il governo portoghese, frutto di un accordo post elettorale, è formalmente orientato a sinistra ma molto ben apprezzato dalla commissione Junker che apprezza la disponibilità “alla Tzipras” del governo lusitano nei confronti del verbo di Bruxelles. Per concludere appare evidente come un paese come il Portogallo con Governo contraddittorio, economia debole, anomalie normative sui pensionati stranieri, alto rapporto deficit/PIL, viene completamente ignorato dallo spread mentre l’Italia, rea di lesa maestà verso la cricca Junker, sia pur con ben diverso peso economico, viene quotidianamente sottoposta al ricatto dello spread.
È ora di finirla con la cupola massonico/finanziaria e con i loro scherani annidati nei media. Attendiamo con fiducia la primavera.
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