di Paolo Rada
Con queste brevi note vorremmo commentare, al di là di qualsiasi giudizio di merito, alcuni episodi avvenuti nella penisola italica nell’ultimo mese…
Vediamo di elencarli sommariamente…
Il primo episodio è la morte di colui il quale è stato considerato il capo dei capi, il massimo esponente della criminalità organizzata. Importa poco a noi sapere se veramente Riina fu o meno colpevole dei delitti e delle stragi a lui attribuite. Non su questo punto che vogliamo scrivere, ma su un’altra questione, ovverosia dei commenti dei vari professionisti dell’antimafia, di coloro per i quali il parlare riguardo la criminalità organizzata è diventata una professione lautamente ricompensata… La cosa che più ci ha stupito nel sentire i commenti di costoro era il fatto che veniva imputato a Riina il sommo delitto di non essersi pentito … Non erano tanto le supposte stragi di cui la mafia sarebbe stata l’artefice, ma il fatto che costui, avesse detto alla moglie, in un colloquio carcerario intercettato, queste testuali parole “anche se dovessero darmi tremila anni di galera non mi pento di nulla…” Questo è un vero e proprio segno dei tempi : è inconcepibile che un uomo non tradisca, non si penti, preferisca affrontare il carcere e ivi morirvi piuttosto che rinnegare quello che per lui sia ritenuto giusto… Purtroppo la cultura che alberga nei salotti bene politicamente corretti è un misto tra cristianesimo, teologia della liberazione e marxismo, ed è importante sottolineare come in queste correnti culturali il tema del “figliol prodigo”, della confessione, dell’ autocritica di fronte alla cellula del partito” sia centrale … Invece in una cultura di uomini non spezzati la cosa che più si apprezza è la coerenza, è il percorrere una via, sebbene sbagliata, ma non il pentirsi per avere benefici, accusando a destra e manca tutto e tutti, magari su suggerimento di qualcuno, ritenendo che il cambiamento che può avvenire in un uomo deve riguardare solo lui stesso, solo la sua coscienza… Solamente Dio può sapere se una persona veramente si è pentita interiormente del male che ha fatto, non certo i giudici o i vari giornalisti…
A proposito di giudici e giornalisti vorremo ora dire due brevi considerazioni in merito a quanto avvenuto ad Ostia dove un giornalista, collaboratore esterno della Rai ha subito una testata che gli ha fratturato il naso. E’ importante sottolineare subito una cosa : quante persone giornalmente nella penisola italica vengono aggredite e /o sono fatte oggetto di violenza ? Sicuramente nell’ordine delle centinaia se non più … Quante volte la giustizia, la politica, la stampa è così solerte nel prendere provvedimenti a difesa degli aggrediti ? Mai !!!Anzi le persone, i cittadini non denunciano neanche più i soprusi di cui sono oggetto …
Il vero misfatto che si è consumato ad Ostia è il fatto che ad essere aggredito era un rappresentante di una delle innumerevoli classi sociali (non parliamo, per favore di caste …) che detengono il potere in questa nazione, in questa repubblica ed in effetti il potere si è chiuso a riccio per far capire a tutti i cittadini che per chiunque si azzardi a colpire un membro del potere stesso non vi sono sconti di pena…
Il potere, la magistratura, la stampa, la politica con il fatto di Ostia hanno lanciato un chiaro e semplice messaggio a tutti i criminali e a tutti i cittadini contemporaneamente : ai criminali il potere ha detto in soldoni che se volete fare violenze, soprusi, fatelo pure, ma non contro di noi, ma contro i normali cittadini i quali, se si dovessero difendere sarebbero loro a subire delle conseguenze giudiziarie. A questi ultimi il potere ha voluto dare una prova di forza, ha fatto capire che è intoccabile e che se per sbaglio ci si azzarda a toccare una rappresentante di esso si finisce subito in galera.
Purtroppo oggi il problema è coloro i quali subiscono soprusi sono divisi, acidosi e rancorosi uno contro l’altro, mentre i rappresentanti del potere hanno la forza di chiudersi a riccio, di difendersi quando pensano che le loro prebende, la loro forza venga messa in discussione…
Sempre a proposito di accidiosi e rancorosi non possiamo non notare lo stupore con cui i vari pubblicisti dei mass media hanno accolto e commentato l’ultima statica dell’ISTAT riguardo ai cittadini abitanti l’ italietta e che rappresenta un paese “rancoroso, pauroso ecc.” Scusate cari soloni delle varie gazzette mainstream, ma secondo voi una persona che guadagna circa mille euro al mese, avendo forse anche moglie e figli, dovrebbe sprizzare felicità da tutti i pori ? La paga oraria di un cameriere non professionista sia aggira fra i tre e i cinque euro all’ora, quasi sempre in nero… Cari soloni delle gazzette mondialiste, ma una persona che guadagna tra i 25 e i 40 euro al giorno dovrebbe essere felice? In che mondo vivete ? Se a questi 25-40 euro giornalieri togliamo cinque euro che servono per recarsi sul luogo di lavoro cosa rimane agli schiavi odierni ? Quasi nulla!!! Di fronte al caro affitti nelle grandi città molte famiglie dividono l’appartamento come accadeva ai tempi del comunismo nell’Unione Sovietica … questa è vita? Mi sembra normale che le persone siano rancorose e invidiose … Purtroppo però, secondo noi, mancando la fede in Dio, la quale fa sopportare sia con più serenità le avversità della vita, che per di più darebbe ai nuovi schiavi una forza sovraumana e la voglia di lottare senza paura, e una chiara coscienza e guida politica, al massimo questo rancore si spegnerà o si dirotterà in forme di ribellismo fini a se stesse, bullismo nei più giovani o nella creazione, a mò di difesa di nuove gang criminali…
Un’ultima cosa che vorremmo commentare riguardante più da vicino la politica, ma che possiamo collegare con quanto detto sopra, sono le parole che l’ex presidente del Consiglio Berlusconi ha rivolto al candidato premier del movimento grillino Luigi Di Maio asserendo, che quest’ultimo avendo svolto solamente lavori saltuari non avrebbe le capacità e le competenze per guidare una nazione … In astratto il discorso non fa piega (non entriamo in merito al giudizio di valore nei riguardi di una civiltà che ha santificato il lavoro quale dovere supremo dell’uomo…), ma se proiettato invece nelle specifiche e concrete condizioni della penisola Italica va a discapito di chi lo ha pronunciato… Quante sono le persone che occupano una posizione lavorativa per merito ? quante coloro che, invece occupano un posto di lavoro grazie a raccomandazioni, bustarelle, amicizie, conoscenze ? E se Di Maio non avesse avuto nessuna di queste relazioni ? Di Maio per di più vien da una zona della penisola Italica dove la disoccupazione giovanile o meno è endemica … Dove, quasi sempre, l’agognato posto di lavoro o lo si ottiene emigrando o altrimenti attraverso quanto dicevamo noi sopra … Pensiamo che questa boutade non abbia giovato alle fortune elettorali del centrodestra, anzi…
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