di Paolo Rada
Commentando a qualche giorno di distanza il discorso di Trump, in occasione del suo insediamento alla casa bianca, possiamo cercare di delineare qualche breve considerazione.
Il primo dato che emerge è che Trump, stupendo la maggior parte dei commentatori politici, i quali speravano e auspicavano che il nuovo Presidente americano, una volta eletto ed una volta assunto il mandato istituzionale si sarebbe ammorbidito ed annacquato, ha deluso il main stream mondialista politicamente corretto ed ha, anzi ribadito con toni prentori quali saranno le linee guida del suo programma e il suo pensiero riguardante il cosidetto esthablisment.
Innanzituttto ha affermato che il potere tornerà nelle mani dei cittadini, dopo che, per svariati decenni una piccola minoranza l’ha sempre detenuto nelle proprie mani, minoranza che sempre gestiva il potere anche se cambiavano i governi e le amministrazioni, dicendo altresì che le supposte vittorie degli U.S.A. nel mondo erano le vittorie di quella piccola minoranza e non le vittorie del popolo americano. Il popolo americano, mentre gli eserciti U.S.A. andavano per il mondo a difendere le frontiere di paesi alleati o a cercare di scalzare governi nemici, con la spesa di trilioni e trilioni di dollari, veniva invaso da merci straniere e da immigrati stranieri causanti il depauperamento dell’economia americana (ha parlato delle periferie delle più grandi città americane degradate e devastare da una fortissima crisi sia morale che economica), tanto è vero che il Presidente Trump ha testualmente affermato che “mentre andavamo in giro a difendere le frontiere di altri paesi, non eravamo capaci o ci siamo disinteressati di difendere le nostre frontiere“ e che è diritto di ogni paese difendere la propria popolazione e la propria Patria per conludere poi questa parte del discorso con una delle più belle frasi dette da un politico ufficiale negli ultimi anni:” Compra americano, assumi americano”. Sarebbe miele alle nostre orecchie sentire un Presidente del Consiglio Italiano affermare “Compra italiano , assumi italiano”…
Per quanto invece riguarda la politica estera Trump ha ribadito il concetto “America First”, ovvero l’america prima di tutto, il che significa, come spiegato da lui stesso, un disimpegno americano nel mondo (sarebbe ora…) affermando che la N.A.T.O. è obsoleta e che è ora che gli alleati imparino a difendersi da soli aggiungendo inoltre che il nuovo governo non sborsera’ più dollari e dollari per proteggere nazioni amiche (pensiamo che sauditi e ucraini stanno sudando freddo…) quando gli Stati Uniti neccessitano di infrastrutture e di posti di lavoro. Ha testualmente detto: ”basta con la carneficina di americani” frase che può esseere intesa sia in senso interno, economico, sia in senso esterno, ovvero riguardante la politica estera stante il fatto che dal 2001 ad oggi sono morti e sono rimasti invalidi, mutilati, o hanno avuto disturbi mentali decine di migliaia di soldati americani.
Il nostro ha poi concluso ribadendo l’impegno americano a combattere il terrorismo islamico, che ha nell’I.S.I.S. il suo fulcro e che ha visto sino ad ora – questo lo diciamo noi, (Trump lo disse in campagna elettorale…) – l’amministrazione Obama nel ruolo di complice, finanziatore, in funzione anti Assad in Siria, aniti Gheddafi in Libia, e nel tenativo più ampio di destabilizzare i regimi laici del Vicino Oriente, dello stesso terrorismo islamico combattuto a parole ed aiutato nei fatti.
Ponendo come nemico principale degli U.S.A. il terrorsimo islamico sunnita di matrice saudita e qatariota, Trump non ha fatto altro che ribadire quali saranno le sue priorità in politica estera, il che vuol dire, che vi sarà un’inversione di rotta nell’ approccio verso la Russia di Putin la quale non verrà più considerata un nemico, ma un alleato, un partner nella lotta contro il terrorismo stesso: ricordiamoci che l’amministrazione Obama sino all’ultimo ha inviato armi, aiuti e uomini dei servizi segreti americani ai terroristi islamici ad Aleppo ed in tutta la Siria, mentre invece la Russia inviava uomini, armi e mezzi all’esercito regolare siriano impegnato nella lotta contro il terrorismo di matrice wahabita-saudita.
Nel conludere queste brevi note, non possiamo che auspicare, che a queste parole possano seguire ben precisi fatti politici consapevoli del fatto che, come già esternato da vari esponenti del main stream mondialista, Trump possa subire la procedura di impeachement ( come con Nixon una scusa si trova sempre…) o che non venga messo dal Congresso o dai vari apparati nelle condizioni di governare… Inoltre siamo altresì consapevoli che la cultura politica di Trump è la classica visione americana isolazionista ( che sia detto, en passant non voleva che gli Stati Uniti entrasseo nella Seconda Guerra Mondiale…)e, non certo una visione di rottura del sistema: egli è una voce fuori dal coro, ma sempre riconducibile, se non all’interno dell’eshtablishement, comunque all’interno dell’oligarchia WASP.
In ogni caso un Presidente americano, che nel suo discorso di insediamento si esprime in questi termini non può che farci sommamente piacere…
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